Lovecraft e Hoffman al Salone del libro

Tra gli autori del passato di cui si è parlato al Salone del libro ci sono stati Howard Philips Lovecraft e Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, più noti come H.P. Lovecraft e E.T.A. Hoffmann, che sono al centro di due importanti iniziative letterarie.
Matteo Galli sta infatti curando l’edizione integrale, la prima in Italia di tutte le opere di Hoffmann, vissuto tra Sette ed Ottocento, autore poliedrico, che però guardò molto al fantastico, con alcune fiabe molto belle e suggestive, una delle quali ispirò il balletto Lo schiaccianoci e il romanzo gotico Gli elisir del diavolo, oltre che l’interessante Il gatto Mur, una biografia vista dal punto di vista di un micio, già molto moderna come concezione.
Marco Peano invece si è occupato di Lovecraft, recuperando le sue lettere, soprattutto quelle relative alla sua tormentata vita privata, vissuta per lo più da recluso, con una madre opprimente e poi due zie, da cui fuggì per un breve matrimonio con l’editrice Sonia Greene, più vecchia di lui di sette anni, pare mai consumato e comunque infelice. Le lettere che i due si scrissero furono distrutte, e Marco Peano ha ricostruito questa storia da documenti dello stesso periodo, da un’assenza. Il libro è un libricino, in contrasto con l’enorme produzione letteraria di Lovecraft, ma è importante per capire la personalità di uno dei grandi del Novecento.
Due vite diverse, un grande contributo dato al fantastico, forse due padri dell’horror, per Lovecraft senz’altro, per Hoffmann i rapporti sono più sfumati. Questo incontro mi ha fatto venire una gran voglia di rileggere le opere di questi autori.