Due parole su Avengers Infinity War

Ad una settimana dalla sua uscita sono riuscita a vedere finalmente Avengers Infinity War, nuovo capitolo dell’universo Marvel al cinema, con conferme e delusioni.

Il film non mi è spiaciuto, anzi, anche se la prima ora è davvero un po’ pesante e fatica a decollare, e anche se bisognerebbe ripassare e vedere prima tutti gli altri film, tra quelli che non si sono visti e quelli che si sono visti ma non si ricordano più. Detto questo, bello questo mucchio di eroi contro un cattivo che sembra tanto tanti fissati e intolleranti di oggi nel suo desiderio di distruggere tutto e tutti, e a che prezzo.
Il finale poi fa venire voglia del nuovo capitolo, che mi sono sincerata subito che fosse in programmazione, perché sarebbe tragico che tutto finisse così, ma ciò non toglie che lascia davvero a bocca aperta e con gli occhi non sempre asciutti, soprattutto quando sparisce il piccolo Groot, come se non fosse mai esistito.
Chi sono i miei Avengers preferiti? Direi Doctor Strange, il grande Benedict Cumberbatch, attore che passa dal teatro classico a Sherlock, dai super eroi alle biografie di personaggi tormentati come Alan Turing, e ovviamente Rocket Raccoon, al centro della saga dei Guardiani della Galassia, che è stata una delle mie grandi scoperte degli ultimi anni. E adesso sto contando i giorni che mi separano dalla resurrezione degli eroi, dopo aver visto il loro crepuscolo.