Licia Troisi al Salone

Licia Troisi ha presentato al Salone del libro l’ultimo libro della serie di Pandora, un esempio di urban fantasy del nostro Paese che non scade in romance.
L’anno scorso non c’era ed è stato un piacevole incontro, durante il quale si è ricordato di nuovo della fatica che si fa a scrivere e proporre letteratura fantastica nel nostro Paese, che in molti (anche se meno di una volta) considerano robetta da poco. C’è pregiudizio verso tutto quello che è popolare, malgrado il lavoro per esempio di un Umberto Eco.
Forse un disco volante a Lucca non funzionerebbe, ma perché non provare? Licia ha anche ricordato la sua avversione per le donne che devono essere sempre salvate nella finzione, e direi che in questo il fantastico ha fatto molto, lei compresa, per abbattere gli stereotipi. Inoltre l’autrice ha parlato anche di cosa vuol dire essere guardati come strani, ricordando la sua esperienza in Germania, dove nessuno la guardava anche se era fuori dagli schemi, dandole più libertà.
Alla domanda sul perché abbiamo bisogno di un nemico, Licia ha risposto che lo costruiamo quando sentiamo che ci sono dei problemi e in lui proiettiamo quello che non vogliamo essere. Il nemico è qualcuno di diverso da noi di cui demonizziamo la diversità, riducendolo a quello. Ma non dobbiamo avere bisogno di nemici e bisogna imparare a prendere il meglio dai cambiamenti.
E’ stato molto divertente anche il quiz, dove una vecchia nerd da rottamare come la sottoscritta era l’unica a conoscere il nome di Timothy Zahn. Beh ogni tanto qualche soddisfazione capita ancora…