Il senso del fantastico

Credo che se ogni cultore del fantastico avesse avuto un euro tutte le volte che qualcuno gli ha detto Non ti vergogni di guardare queste cosette senza senso e irreali? a quest’ora saremmo tutti ricchi sfondati, il che non sarebbe male ma non risolverebbe il problema di fondo, e cioè la considerazione degli universi del fumetto, del fantasy e della fantascienza come robetta da poco e per gente che non ha voglia di crescere.
Diciamo che da quando mi occupo di fantastico in pianta stabile, dall’inizio degli anni Novanta dopo una prima parentesi tra anni Settanta e Ottanta, le cose sono comunque cambiate, come ho ricordato anche sabato a Carma Comics: oggi ci sono le code fuori dai cinema dove danno i film Marvel, Game of thrones è diventato un fenomeno di costume, gli anime e i manga sono ormai mainstream e vari insegnanti consigliano a scuola libri come DraculaFahrenheit 451Lo Hobbit e sono felici se i loro alunni scoprono le gioie della lettura grazie a Stephen King e Harry Potter.
Si sono moltiplicati gli eventi in tema, escono vari libri (anche se si sono perse alcune collane storiche, come quella della Nord), hanno iniziato ad esserci anche in Italia vari studi critici e ormai i vari fandom comprendono persone di età anche diverse, accomunate dal piacere di stare insieme.
Credo che alla fine il senso del fantastico sia proprio questo, condividere una passione, crescere insieme con quello che amiamo, dare un senso alle nostre vite, combattere solitudine e depressione e scoprire nuove culture e modi di vivere. E comunque non è poco.