Il fantastico non è una cosa banale

Qualche giorno fa ho assistito in un gruppo Facebook su Game of thrones ad una discussione che mi ha lasciato basita. Un ragazzo ha annunciato che stava lavorando alla sua tesi di laurea su Game of thrones ed è stato aggredito da alcuni non so come definirli se non cretini che gliene hanno dette di tutti i colori.
C’è stato chi ha detto che è assurdo dare una tesi di laurea su una serie TV (già, ma allora che ci fai in un gruppo che parla di questo), un altro ha detto che questo era la dimostrazione del livello basso dell’Università italiana, un’altra ancora si è vantata delle sue due lauree (dal profilo sembra una casalinga depressa…) impegnate e non su cavolate come un telefilm perché se avesse presentato una simile idea sarebbe stata defenestrata. In diversi abbiamo difeso il ragazzo, facendo anche notare che in passato i vari Shakespeare, Mozart, Verdi, Manzoni, Dickens hanno scritto opere di consumo, ma niente, lo shitstorm è continuato, da parte di piccole personcine incapaci di accettare che qualcuno abbia una vita più gratificante della loro.
Ah, che noia. Credo che gli psicoterapeuti farebbero affari d’oro con questa gentucola, se capissero di avere un problema serio, certo che sotto c’è sempre la solita scarsa considerazione che viene data all’immaginario, una cosa che conosco bene, visto che ho rimediato una depressione durata anni per colpa di chi mi ha messo i bastoni tra le ruote dicendomi che i fumetti erano un hobby e dovevo trovarmi un lavoro serio.
Tutte idiozie. L’immaginario aiuta e migliora le vite, ricordiamo ancora una volta cosa ha detto Stan Lee: I used to be embarrassed because I was just a comic-book writer while other people were building bridges or going on to medical careers. And then I began to realize: entertainment is one of the most important things in people’s lives. Without it they might go off the deep end. I feel that if you’re able to entertain people, you’re doing a good thing. Capito saputelli? Fatevi una vita…