Il fantastico come resistenza e bellezza

Il covid19 sta distruggendo, anzi ha già distrutto, le nostre vite sociali, creando nuove forme di odio, che stavolta colpivano prima chi osava andare a bersi un caffé al bar o in fumetteria, adesso chi porta a spasso il cane o va a fare la spesa per se stesso/a e i propri familiari o chi va a farsi una corsetta.
Una distopia dove a spaventare è l’odio e le tentazioni di dittatura che emergono, più che il pericolo della malattia in sé, almeno alla sottoscritta, che ha sempre trovato fuori luogo il dagli all’untore anche di fronte ai malati di HIV, dove il contagio avviene comunque per lo più secondo comportamenti a rischio che è bene evitare in ogni caso, a differenza di farsi una passeggiata o due commissioni.
Saltano le fiere del fumetto e del libro, chiudono a tempo indeterminato (e chissà se riapriranno) e il fantastico resta un’ancora di salvezza, tra libri  e fumetti da leggere o rileggere, film e serie TV da vedere o rivedere, in attesa di riavere le nostre vite.