Fiabe e politically correct

Forse l’hanno un po’ troppo pompata i nostri media in cerca di un modo per distrarre l’attenzione dalle malefatte del governo, ma la questione c’è: negli Stati Uniti, di fronte alla giostra su Biancaneve rinnovata e messa a Disneyland, c’è chi ha detto che il bacio che il principe dà alla protagonista è sbagliato perché non è consensuale.

Il politically correct ha colpito ancora, dopo aver accusato DumboPeter PanGli Aristogatti Lilli e il vagabondo di essere razzisti, e La Sirenetta e Cenerentola di veicolare messaggi sbagliati sulle donne. Del resto, il classico Disney I racconti dello zio Tom è stato messo a bando da tempo perché mette in scena degli ex schiavi afroamericani non critici verso il passato, e le vittime illustri di questa nuova forma di censura si sprecano ormai.

Spero che chi dice queste castronerie non veda mai anime come Candy CandyLady OscarGeorgieLupin IIIRanma 1/2Lamù e altri, dove baci non consensuali e guardoni sono all’ordine del giorno, ma del resto censurare è sempre sbagliato, e le fiabe tutto sono tranne che p0litically correct.

La prima versione ufficiale de La Bella addormentata, di Giambattista Basile, contiene uno stupro, oltre che una suocera in stile Hannibal Lecter, ripresa anche da Perrault, in Cenerentola dei fratelli Grimm le sorelle vengono accecate, in Biancaneve sempre dei Grimm la regina cattiva è condannata a indossare un paio di scarpe infuocate e a danzare fino a morire bruciata, Hansel e Gretel è ispirato a un fatto di cronaca nera del Medio Evo dove due fratelli uccisero una vecchietta dopo averla accusata di essere una strega e Barbablù trae le sue radici dalla vicenda di Enrico VIII ma anche da quella del maresciallo Giles de Rais, compagno d’armi di Giovanna d’Arco e presunto serial killer, forse solo un ateo omosessuale troppo scomodo per la sua epoca.

Inoltre, le fiabe nascondono pulsioni estreme come il cannibalismo, l’incesto, ma anche semplicemente la scoperta del sesso: non bisogna essere laureati in psichiatria per capire cosa è davvero il lupo di Cappuccetto rosso, per esempio, e non nascono per un pubblico di bambini.
Per cui, davvero, basta con tutte queste assurdità, in un mondo e in una società in cui dovremmo preoccuparci della distruzione della democrazia occidentale ad opera di multinazionali, ipocondriaci, politici autoritari e potenze straniere. Ma forse odiare le fiabe fa parte di questo disegno perverso.